mercoledì 21 ottobre 2015

Nascita


Uomo che non afferra senso di amare
si prodiga per dare un senso a questo vuoto.
A lungo percorre la salita
egli stesso strumento di vita.
Per un figlio a cui è devoto
il mistero che cerca di svelare.

Anonimo.

martedì 27 settembre 2011

Mahatma Gandhi



Un uomo può uccidere un fiore, due fiori, tre... Ma non può contenere la primavera.

Se non siamo capaci d'amare, cerchiamo almeno, di nuocere il meno possibile.

Qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante, ma è molto importante che tu la faccia.

Il perdono è la qualità del coraggioso, non del codardo.

Se tutti lavorassero per il proprio pane e niente più, ci sarebbe abbastanza cibo e tempo libero per tutti... i nostri bisogni si ridurrebbero al minimo, il nostro cibo si semplificherebbe. Allora mangeremmo per vivere, anziché vivere per mangiare.

La violenza è realmente espressione di un interiore senso di debolezza. La violenza è l'espressione della paura.

Sulla terra c’è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti, ma non per l’ingordigia di pochi.

La mia esperienza mi ha portato a constatare che il modo migliore per ottenere giustizia è trattare gli altri con giustizia.

Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la non violenza sono antiche come le montagne.

Mahatma Gandhi

mercoledì 31 agosto 2011

Belzebù principe de’ dimoni



Lo ’mperador del doloroso regno
da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia;
e più con un gigante io mi convegno, 30

che i giganti non fan con le sue braccia:
vedi oggimai quant’esser dee quel tutto
ch’a così fatta parte si confaccia. 33

S’el fu sì bel com’elli è ora brutto,
e contra ’l suo fattore alzò le ciglia,
ben dee da lui procedere ogne lutto. 36

Oh quanto parve a me gran maraviglia
quand’io vidi tre facce a la sua testa!
L’una dinanzi, e quella era vermiglia; 39

l’altr’eran due, che s’aggiugnieno a questa
sovresso ’l mezzo di ciascuna spalla,
e sé giugnieno al loco de la cresta: 42

e la destra parea tra bianca e gialla;
la sinistra a vedere era tal, quali
vegnon di là onde ’l Nilo s’avvalla. 45

Sotto ciascuna uscivan due grand’ali,
quanto si convenia a tanto uccello:
vele di mar non vid’io mai cotali. 48

Non avean penne, ma di vispistrello
era lor modo; e quelle svolazzava,
sì che tre venti si movean da ello: 51

quindi Cocito tutto s’aggelava.
Con sei occhi piangëa, e per tre menti
gocciava ’l pianto e sanguinosa bava. 54

Da ogne bocca dirompea co’ denti
un peccatore, a guisa di maciulla,
sì che tre ne facea così dolenti. 57



Dante Alighieri - Divina Commedia - Canto XXXIV

lunedì 22 agosto 2011

Dio Thoth con la testa di ibis



Io, THOTH, l'Atlantideo, Signore dei misteri, custode dei documenti, re possente, mago che vive di generazione in generazione colui che passò nelle sale di Amenti e guida per coloro che sono da venire, questi i documenti della saggezza possente della Grande Atlantide.

Nella grande città di KEOR sull'isola di UNDAL, in un tempo nel lontano passato, cominciai questa incarnazione. I possenti di Atlantide non vivono e muoiono come i piccoli uomini dell'età presente, ma piuttosto da eone a eone essi rinnovano la loro vita nelle Sale di Amenti dove il fiume dei flussi della vita scorre eternamente. Cento volte dieci sono disceso nel mondo scuro che conduce alla Luce, e altrettante volte sono asceso dall'oscurità nella Luce rinnovando la mia forza e potere.

Ora discendo solo una volta, e gli uomini di KHEM (Khem è l’Egitto antico) non mi conosceranno più. Ma in un tempo ancora da venire sorgerò di nuovo, possente e potente, richiedendo un resoconto di quello ho lasciato prima di me. Quindi fate attenzione, uomini di KHEM, se avete falsificato il mio insegnamento, perché vi getterò giù dalle Vostre alte terre nell'oscurità delle caverne da donde voi veniste. Non rivelate il mio segreto agli uomini del Nord o agli uomini del Sud affinché la mia maledizione non cada su di voi. Ricordatevi e tenete conto delle mie parole, perché certamente tornerò di nuovo e vi richiederò come avete sorvegliato i miei segreti.

Sì, tornerò anche da oltre il tempo e da oltre la volontà della morte, ricompenserò o punirò a secondo di come voi avete sorvegliato il mio segreto.Grande era il mio popolo nei giorni antichi, grande oltre la concezione delle piccole persone che ora mi sono intorno; conoscendo l’antica saggezza, cercando lontano nel cuore della infinita conoscenza che appartenne alla gioventù di Terra. Noi eravamo saggi con la saggezza dei Figli della Luce che dimoravano fra noi.

Forte era il nostro potere ricavato dal fuoco eterno. E di tutti questi, il più grande fra i figli degli uomini era mio padre, THOTME, custode del grande tempio collegamento tra i Figli della Luce che dimoravano nel tempio e le razze degli uomini che occuparono le dieci isole. Portavoce, dopo i Tre, dell’Abitante di UNAL, parlai ai Re con voce degna di rispetto che deve essere assecondata. Io crebbi là da bambino fino alla virilità, ricevendo da mio padre i più antichi misteri, fino a che crebbi nel fuoco della saggezza, fino a che bruciai in una fiamma che consuma. Niente desiderai se non il conseguimento della saggezza. Fino a che un grande giorno venne il comando dell'Abitante del Tempio davanti al quale venni portato.

Pochi v'erano fra i figli degli uomini che avevano guardato quella faccia possente ed erano vissuti, per questo i Figli della Luce non sono come i figli degli uomini, quando loro non sono incarnati in un corpo fisico.Io ero eletto fra i figli degli uomini, ricevetti dall'Abitante gli insegnamenti, così che i suoi scopi sarebbero stati adempiuti, scopi che ancora non erano stati concepiti nel grembo del tempo. Per lunghe ere abitai nel Tempio, imparando nient’altro che saggezza, finché io mi avvicinai alla Luce del grande fuoco. Mi insegnò, il percorso per Amenti, il mondo sotterraneo dove il grande re siede sul suo trono di forza. Profondamente mi inchinai di fronte ai Dio della Vita e al Dio della Morte e ricevetti come dono la Chiave della Vita. Io ero libero dalle Sale di Amenti, non legato alla morte ma al cerchio della vita.

Lontano viaggiai fino alle stelle fino a che spazio e tempo si annullarono. Allora avendo bevuto nella profonda coppa della saggezza, guardai nei cuori degli uomini e là trovai i misteri più grandi. Perché solamente nella Ricerca della Verità la mia Anima avrebbe potuto essere placata e la fiamma estinta. Vissi attraverso le ere, guardando quelli che intorno a me assaggiavano la coppa della morte e ritornavano nella Luce della vita. Gradualmente dai Regni di Atlantide passarono onde di coscienza che erano state uno con me, solamente per essere sostituite dalla nascita di una stella più piccola. In obbedienza alla legge, la parola del Signore fiorì. Gradualmente discesero nell'oscurità i pensieri degli Atlantidei, fino a che finalmente nella collera sorse dal suo AGWANTI (questa parola non ha equivalenti; vuole dire uno stato di distacco), l'Abitante pronunciando la Parola, chiamando il potere.

Dal profondo cuore della Terra, i figli di Amenti sentirono, e sentendo, direzionarono il cambiamento del fiore di fuoco che brucia eternamente, cambiando e spostandosi, usando LA PAROLA, finché quel grande fuoco cambiò la sua direzione. Sul mondo poi irruppero le grandi acque, affogando e affondando, cambiando l'equilibrio della Terra fino a che solamente il Tempio della Luce rimase in piedi sinistro sulla grande montagna di UNDAL che ancora sorge fuori dall'acqua; c’era ancora qualcuno che stava vivendo lì, salvato dall’irrompere delle acque. Mi chiamò poi il Signore e disse: raduna insieme a te la mia gente. Sceglili a seconda delle arti che hanno imparato e portali lontano attraverso le acque, finché arriveranno alla terra dei barbari pelosi che abitano le caverne del deserto. Esegui là il piano che sai.

Radunai quindi le persone e le imbarcai nella grande nave del Signore. Ci innalzammo nel mattino. Scuro sotto di noi giaceva il Tempio. Improvvisamente su lui insorsero le acque. Svanì dalla Terra, quando giunse il tempo, era il grande Tempio. Noi fuggimmo veloci verso il sole del mattino, fino a che sotto di noi giungemmo alla terra dei figli di KHEM.

Andando su tutte le furie, loro vennero con clave e lance, alzate con la rabbia di chi cerca di uccidere e distruggere i Figli di Atlantide. Poi io mi alzai di persona e diressi un raggio di vibrazione colpendoli finché si dispersero come frammenti di pietra della montagna. Poi io parlai loro con parole pacate, parlandogli della forza di Atlantide, dicendo che noi eravamo i figli del Sole e i suoi messaggeri. Atterriti dalla mia esibizione di scienza magica giacquero proni ai miei piedi, fino a quando li rilasciai. Dimorammo a lungo nella terra di KHEM, molto e molto tempo ancora. Fino a che, rispettando i comandi del Signore, che mentre dorme ancora vive eternamente, inviai i Figli di Atlantide, li inviai in molte direzioni affinché dal grembo del tempo la saggezza sorga di nuovo nei loro figli. Dimorai per molto tempo nella terra di KHEM, facendo grandi opere di saggezza. I figli di KHEM crebbero verso la Luce della conoscenza, irrorati dalle piogge della mia saggezza. Quindi distrussi il sentiero per Amenti così che io possa trattenere i miei poteri e far vivere di età in età il Sole di Atlantide, tenendo la saggezza, preservando i ricordi.

Una piccola parte dei figli di KHEM, conquistarono le persone intorno a loro, crescendo lentamente accrescendo la forza dell'Anima. Ora per un certo periodo mi allontano da loro nelle sale scure di Amenti, profondamente nelle viscere della Terra, di fronte al Dio dei poteri ancora una volta faccia a faccia con l'Abitante. Sorsi alta sull'entrata, una via d'accesso, un ingresso che conduce in giù ad Amenti. Ci vorrebbe del coraggio per sfidarlo, il piccolo portale di passaggio allo scuro Amenti. Alto sul passaggio, io, una piramide possente che usa il potere che supera la forza della Terra (la gravità). In un luogo sempre più profondo io forzai l’ingresso alla camera; quindi aprii un passaggio circolare che arrivò pressoché alla sommità. Là nell'apice, io posi il cristallo, spedendo il raggio nello spazio-tempo, delineando il percorso della forza al di fuori dell'etere, concentrandola sull'ingresso ad Amenti. Costruii altre camere e lasciai che tutto sembrasse apparente, ancora celate fra loro sono le chiavi di Amenti. Colui che con coraggio oserà sfidare i reami scuri, che sia prima purificato da un lungo digiuno.

Che giaccia nel sarcofago di pietra nella mia camera. Poi io gli rivelerò i grandi misteri. Presto lui seguirà la via dove l'incontrerò, anche nell'oscurità della Terra, io Thoth, Signore di Saggezza l'incontrerò e lo sorreggerò e abiterò per sempre con lui.Io costruii la Grande Piramide, progettata secondo il modello di forza della Terra, che brucia eternamente così che, possa resistere attraverso i secoli. In essa, io ho riposto la mia conoscenza della scienza magica, così che possa essere qui quando di nuovo tornerò da Amenti. Sì mentre dormo nelle Sale di Amenti, la mia Anima che erra libera si potrà incarnare, abitando fra gli uomini in questa forma o in un altra (Hermes, tre volte-nato). Io sono l’Emissario sulla Terra dell'Abitante, adempiendo ai suoi comandi così che molti potrebbero essere sollevati. Ora ritorno alle sale di Amenti, lasciando dietro di me parte della mia saggezza. Preservando e portando il comando dell'Abitante: alza sempre i tuoi occhi verso la Luce. Nel tempo certamente, sarai uno col Maestro, certamente sarai uno con la giustizia del Maestro, certamente sarai uno col Tutto.

Ora, parto da te. Segui i miei comandamenti, tienili e conservali, e sarò con te, ti aiuterò e ti guiderò nella Luce.
Ora di fronte a me si apre il portale. Io scendo nell'oscurità della notte.

martedì 12 luglio 2011

Shambhala



Shambhala è un termine sanscrito che significa "luogo di pace tranquillità felicità". La tradizione Tibetana narra che questa terra nascosta situata sotto la catena montuosa dell'Himalaya non è raggiungibile se non da iniziati o individui dediti alla resurrezione spirituale dell'umanità. Il suo centro è la torre di Giada, nella città di Kalapa riscaldata da acqua calda proveniente da sorgenti sotterranei.
Il vapore generato formando vaste nubi, impedisce di scorgere la città stessa dall'alto. Numerose spedizioni in Himalaya hanno confermato di aver allestito campi nei pressi di sorgenti calde in cui si alimentava una ricca vegetazione in contrasto con le zone brulle e ghiacciate circostanti. Di questa terra mitica si parla anche nelle tradizioni russe, cinesi e indiane, che narrano di una dimora di uomini e donne perfetti che vivono in costante presenza di energie di un altro mondo.



In occidente viene citata nelle testimonianze che agli inizi del I secolo Apollonio di Tiana fornisce nel corso del suo viaggio in India, riportate nella sua biografia "Vita di Apollonio di Tiana" di Flavio Filostrato. In base al racconto Apollonio si intrattenne per diversi mesi in un paese himalayano dove venne in contatto con "uomini estremamente saggi che hanno il dono della preconoscenza".
Rimase colpito a tal punto dai traguardi scientifici e mentali dei suoi abitanti che si limitò ad annuire quando il loro re gli disse "Chiedici quel che vuoi, poiché ti trovi tra persone che sanno tutto".

domenica 26 giugno 2011

Monte Fuji

Noto anche come Fujiyama, è un vulcano alto 3776 metri ed è la montagna più alta del Giappone. Con la sua cima innevata per 10 mesi all'anno, è uno dei suoi simboli, e gli shintoisti lo considerano sacro al punto da ritenere doveroso almeno un pellegrinaggio sulle sue pendici nella vita.





« Fra le terre di Kai/ e quelle di Suruga lambita dalle onde/ sta la vetta del Fuji. Gli alti cirri/ osano appena avvicinarsi, e mai/ volano fin lassù gli uccelli. Il ghiaccio/ raggela irosi incendi e il fuoco/ distrugge la caduta neve. Vano è cercar parole, non v'è un nome/ degno di lui. Che sia/ un misterioso kami? »

(Mushimaro - VII secolo d.C.)

lunedì 30 maggio 2011

Voltaire



Chi dice il segreto degli altri è un traditore; chi dice il proprio è uno sciocco.

Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto.

L'illusione è il primo dei piaceri.

La parola è stata data all'uomo per nascondere il pensiero.

Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo

Se abbiamo bisogno di leggende, che queste leggende abbiano almeno l'emblema della verità! Mi piacciono le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, odio quelle degli impostori.

L'uomo è nato per l'azione, come il fuoco tende verso l'alto e la pietra verso il basso. Non essere occupato e non esistere è per l'uomo la stessa cosa.

Quando la gente comincia a ragionare, tutto è perduto.

Sappiate che il segreto delle arti è quello di correggere la natura.

Quando la verità è evidente, è impossibile che sorgano partiti e fazioni. Mai s'è disputato se a mezzogiorno sia giorno o notte.

Quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è filosofia.

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi.

Il più grande dei crimini, almeno il più distruttivo e di conseguenza il più contrario al fine della natura, è la guerra; ma non vi è alcun aggressore che non colori questo misfatto con il pretesto della giustizia.

Chiedete al rospo che cosa sia la bellezza e vi risponderà che è la femmina del rospo.

Il segreto per annoiare sta nel dire tutto.

Il sentimento di giustizia è così universalmente connaturato all'umanità da sembrare indipendente da ogni legge, partito o religione.

Un uomo è libero nel momento in cui desidera esserlo.

Non parlerei tanto di me se ci fosse qualcun altro che conoscessi egualmente bene.

L'amore è una tela fornita dalla Natura e abbellita dall'immaginazione.