lunedì 30 maggio 2011
Voltaire
Chi dice il segreto degli altri è un traditore; chi dice il proprio è uno sciocco.
Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto.
L'illusione è il primo dei piaceri.
La parola è stata data all'uomo per nascondere il pensiero.
Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo
Se abbiamo bisogno di leggende, che queste leggende abbiano almeno l'emblema della verità! Mi piacciono le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, odio quelle degli impostori.
L'uomo è nato per l'azione, come il fuoco tende verso l'alto e la pietra verso il basso. Non essere occupato e non esistere è per l'uomo la stessa cosa.
Quando la gente comincia a ragionare, tutto è perduto.
Sappiate che il segreto delle arti è quello di correggere la natura.
Quando la verità è evidente, è impossibile che sorgano partiti e fazioni. Mai s'è disputato se a mezzogiorno sia giorno o notte.
Quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è filosofia.
Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi.
Il più grande dei crimini, almeno il più distruttivo e di conseguenza il più contrario al fine della natura, è la guerra; ma non vi è alcun aggressore che non colori questo misfatto con il pretesto della giustizia.
Chiedete al rospo che cosa sia la bellezza e vi risponderà che è la femmina del rospo.
Il segreto per annoiare sta nel dire tutto.
Il sentimento di giustizia è così universalmente connaturato all'umanità da sembrare indipendente da ogni legge, partito o religione.
Un uomo è libero nel momento in cui desidera esserlo.
Non parlerei tanto di me se ci fosse qualcun altro che conoscessi egualmente bene.
L'amore è una tela fornita dalla Natura e abbellita dall'immaginazione.
Cycas revoluta
La Cycas revoluta, originaria del Giappone, ricorda la palma sia per il fusto, poco ramificato, che per la disposizione delle foglie, grandi e pennate poste a spirale alla sommità del fusto, come una corona. Il fusto raggiunge un diametro di circa 20 cm ed ha una crescita molto lenta: lungo pochi centimetri nelle piante giovani, negli esemplari molto anziani (oltre 50 anni) può raggiungere i 6-7 m di altezza.
Le foglie, di colore verde brillante e lunghe sino a 1,5 metri, sono pennate, leggermente arcuate, lucide ed appuntite. Le singole foglioline, rigide e sottili, sono lunghe 8-18 cm; quelle più vicine al fusto si modificano in forma di spine.
La particolarità di tutte le specie del genere Cycas è che sono specie dioiche vale a dire che esistono "piante maschili" e "piante femminili" vale a dire piante che portano solo fiori femminili e piante che portano solo fiori maschili.
Le Cycas sono piante molto antiche: fossili di Cycas si sono ritrovati nel Trias superiore (circa 250 milioni di anni fa). Nel Cretaceo (da 66 a 140 milioni di anni fa) ebbero un enorme sviluppo riducendosi gradatamente nel terziario.
Le Cycas che sono arrivate ai nostri giorni, possiamo a tutti gli effetti considerarle dei "fossili viventi" il cui studio ha permesso di poter capire fossili di altre piante oramai estinte, vissute nel passato. Personalmente ritengo che sia straordinario pensare come siano sopravvissute ai cataclismi geologici ma soprattutto che sopravvivano ancora, adattandosi, anche ai disastri provocati dall'uomo.
Sono molto longeve: nei giardini di Huntington a San Marino in California c'è una splendida Cycas quasi centenaria alta 5 m e con un diametro del tronco di 4 metri.
martedì 10 maggio 2011
Chögyam Trungpa Rinpoche
La spiritualità è quel particolare termine che indica il nostro approccio con l'intuizione. Nella tradizione teistica, è presente l'idea di rispettare determinate prescrizioni. Una certa azione è riprovevole secondo i principi divini, un'altra azione soddisfa invece i principi di Dio... e così via.
Nella tradizione non teistica, invece, è chiaro che la storia degli eventi non è così importante, ciò che è davvero importante è "qui" ed è "il presente". Il presente è davvero "presente". Cerchiamo di fare l'esperienza di ciò che è a nostra disposizione sul posto, in quel momento. Non ha senso pensare a ciò che esistito in passato e che avremmo potuto avere ora. Questo è il "presente". Questo preciso istante. Niente di mistico. Solo il "presente", molto semplice, diretto. E da questo attaccamento al presente, tuttavia, nasce una consapevolezza della propria intelligenza, sempre, in quanto interagisci con la realtà, istante dopo istante, nel luogo in cui ti trovi. Costantemente. Proviamo una meravigliosa sensazione di "perfezione". Sempre.
Tuttavia ci sentiamo minacciati dal Presente, quindi ci spostiamo nel passato o nel futuro, prestando attenzione alle cose materiali che fanno parte della nostra vita, la vita così ricca che conduciamo.
Facciamo molte scelte continuamente, ma nessuna di queste viene considerata giusta o sbagliata di per sè. Tutte le volte che facciamo l'esperienza di qualcosa, avviene senza condizionamenti. Niente ci arriva con un'etichetta con sopra scritto, "questo è considerato sbagliato", "questo è giusto".
Abbiamo l'esperienza di qualcosa, ma in verità non prestiamo la dovuta attenzione a ciò che ci succede.
Non consideriamo veramente che stiamo andando in una certa direzione.
Ci sembra una scocciatura.
Si attende di essere morti.
Questo è il problema. Non fare davvero affidamento al Presente. In ciò che sperimentiamo nella realtà presente, possiamo trovare cose formidabili. Così formidabili che non riusciamo ad affrontarle. Perciò, siamo costretti a prendere a prestito dal passato e ad invitare il futuro, di continuo. E forse è per questo che cerchiamo la religione.
Forse è per questo che protestiamo nelle strade.
Forse è per questo che ci lamentiamo della nostra società.
Forse è per questo che votiamo per i Presidenti.
Tutto questo appare ironico.
A dire il vero, molto bizzarro.
lunedì 9 maggio 2011
Invictus
William Ernest Henley (1849-1903)
Dal profondo della notte che mi avvolge,
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro,
ringrazio gli dei qualunque essi siano
per l'indomabile anima mia.
Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l'Orrore delle ombre,
eppure la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.
Dal profondo della notte che mi avvolge,
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro,
ringrazio gli dei qualunque essi siano
per l'indomabile anima mia.
Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l'Orrore delle ombre,
eppure la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.
sabato 7 maggio 2011
Aurora Boreale
L'aurora boreale o australe a seconda dell'emisfero in cui si verifica, è un fenomeno ottico dell'atmosfera caratterizzato principalmente da bande luminose di colore rosso-verde-azzurro, detti archi aurorali. Le aurore si manifestano con un'ampia gamma di forme e colori, rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio.
La maggior parte della luce visibile in un'aurora è di un giallo verdognolo, ma a volte i raggi possono diventare rossi in cima e lungo il bordo inferiore. In occasioni molto rare, la luce del sole può colpire la parte superiore dei raggi creando un debole colore blu. Ancora più raramente (una volta ogni 10 anni o più) l'aurora può essere rosso sangue da cima a fondo. Oltre a produrre luce, le particelle energetiche che formano l'aurora portano calore. Questo è dissipato come radiazione infrarossa o trasportato via dai forti venti dell'alta atmosfera.
In antichità i norreni credevano che fossero le valchirie con le loro splendenti armature mentre cavalcavano nel cielo a creare l'aurora boreale.
giovedì 5 maggio 2011
Monte Baekdu
Il Monte Baekdu, al confine tra Cina e Corea del Nord è un vulcano estinto di 2744 m.
E' la vetta più elevata della penisola coreana e la sua cima, innevata tutto l'anno, è coperta di pietra pomice di colore biancastro.
Su questa cima si trova un grande lago vulcanico chiamato Chonji (lago del cielo), circondato da nudi spuntoni di roccia. È uno dei laghi alpini più profondi e freddi del mondo (nonostante sia alimentato da due sorgenti termali). Questo monte ospita inoltre molte specie selvatiche, come tigri, orsi, lupi, cinghiali e diversi tipi di cervo.
Il Baekdu-san è un monte sacro per i coreani perché secondo la mitologia locale fu qui che il “figlio del signore del cielo” discese sulla terra dando inizio al primo regno coreano.
Molte tribù locali venerano questo luogo ritenendo che possieda poteri spirituali.
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