martedì 27 settembre 2011

Mahatma Gandhi



Un uomo può uccidere un fiore, due fiori, tre... Ma non può contenere la primavera.

Se non siamo capaci d'amare, cerchiamo almeno, di nuocere il meno possibile.

Qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante, ma è molto importante che tu la faccia.

Il perdono è la qualità del coraggioso, non del codardo.

Se tutti lavorassero per il proprio pane e niente più, ci sarebbe abbastanza cibo e tempo libero per tutti... i nostri bisogni si ridurrebbero al minimo, il nostro cibo si semplificherebbe. Allora mangeremmo per vivere, anziché vivere per mangiare.

La violenza è realmente espressione di un interiore senso di debolezza. La violenza è l'espressione della paura.

Sulla terra c’è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti, ma non per l’ingordigia di pochi.

La mia esperienza mi ha portato a constatare che il modo migliore per ottenere giustizia è trattare gli altri con giustizia.

Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la non violenza sono antiche come le montagne.

Mahatma Gandhi

mercoledì 31 agosto 2011

Belzebù principe de’ dimoni



Lo ’mperador del doloroso regno
da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia;
e più con un gigante io mi convegno, 30

che i giganti non fan con le sue braccia:
vedi oggimai quant’esser dee quel tutto
ch’a così fatta parte si confaccia. 33

S’el fu sì bel com’elli è ora brutto,
e contra ’l suo fattore alzò le ciglia,
ben dee da lui procedere ogne lutto. 36

Oh quanto parve a me gran maraviglia
quand’io vidi tre facce a la sua testa!
L’una dinanzi, e quella era vermiglia; 39

l’altr’eran due, che s’aggiugnieno a questa
sovresso ’l mezzo di ciascuna spalla,
e sé giugnieno al loco de la cresta: 42

e la destra parea tra bianca e gialla;
la sinistra a vedere era tal, quali
vegnon di là onde ’l Nilo s’avvalla. 45

Sotto ciascuna uscivan due grand’ali,
quanto si convenia a tanto uccello:
vele di mar non vid’io mai cotali. 48

Non avean penne, ma di vispistrello
era lor modo; e quelle svolazzava,
sì che tre venti si movean da ello: 51

quindi Cocito tutto s’aggelava.
Con sei occhi piangëa, e per tre menti
gocciava ’l pianto e sanguinosa bava. 54

Da ogne bocca dirompea co’ denti
un peccatore, a guisa di maciulla,
sì che tre ne facea così dolenti. 57



Dante Alighieri - Divina Commedia - Canto XXXIV

lunedì 22 agosto 2011

Dio Thoth con la testa di ibis



Io, THOTH, l'Atlantideo, Signore dei misteri, custode dei documenti, re possente, mago che vive di generazione in generazione colui che passò nelle sale di Amenti e guida per coloro che sono da venire, questi i documenti della saggezza possente della Grande Atlantide.

Nella grande città di KEOR sull'isola di UNDAL, in un tempo nel lontano passato, cominciai questa incarnazione. I possenti di Atlantide non vivono e muoiono come i piccoli uomini dell'età presente, ma piuttosto da eone a eone essi rinnovano la loro vita nelle Sale di Amenti dove il fiume dei flussi della vita scorre eternamente. Cento volte dieci sono disceso nel mondo scuro che conduce alla Luce, e altrettante volte sono asceso dall'oscurità nella Luce rinnovando la mia forza e potere.

Ora discendo solo una volta, e gli uomini di KHEM (Khem è l’Egitto antico) non mi conosceranno più. Ma in un tempo ancora da venire sorgerò di nuovo, possente e potente, richiedendo un resoconto di quello ho lasciato prima di me. Quindi fate attenzione, uomini di KHEM, se avete falsificato il mio insegnamento, perché vi getterò giù dalle Vostre alte terre nell'oscurità delle caverne da donde voi veniste. Non rivelate il mio segreto agli uomini del Nord o agli uomini del Sud affinché la mia maledizione non cada su di voi. Ricordatevi e tenete conto delle mie parole, perché certamente tornerò di nuovo e vi richiederò come avete sorvegliato i miei segreti.

Sì, tornerò anche da oltre il tempo e da oltre la volontà della morte, ricompenserò o punirò a secondo di come voi avete sorvegliato il mio segreto.Grande era il mio popolo nei giorni antichi, grande oltre la concezione delle piccole persone che ora mi sono intorno; conoscendo l’antica saggezza, cercando lontano nel cuore della infinita conoscenza che appartenne alla gioventù di Terra. Noi eravamo saggi con la saggezza dei Figli della Luce che dimoravano fra noi.

Forte era il nostro potere ricavato dal fuoco eterno. E di tutti questi, il più grande fra i figli degli uomini era mio padre, THOTME, custode del grande tempio collegamento tra i Figli della Luce che dimoravano nel tempio e le razze degli uomini che occuparono le dieci isole. Portavoce, dopo i Tre, dell’Abitante di UNAL, parlai ai Re con voce degna di rispetto che deve essere assecondata. Io crebbi là da bambino fino alla virilità, ricevendo da mio padre i più antichi misteri, fino a che crebbi nel fuoco della saggezza, fino a che bruciai in una fiamma che consuma. Niente desiderai se non il conseguimento della saggezza. Fino a che un grande giorno venne il comando dell'Abitante del Tempio davanti al quale venni portato.

Pochi v'erano fra i figli degli uomini che avevano guardato quella faccia possente ed erano vissuti, per questo i Figli della Luce non sono come i figli degli uomini, quando loro non sono incarnati in un corpo fisico.Io ero eletto fra i figli degli uomini, ricevetti dall'Abitante gli insegnamenti, così che i suoi scopi sarebbero stati adempiuti, scopi che ancora non erano stati concepiti nel grembo del tempo. Per lunghe ere abitai nel Tempio, imparando nient’altro che saggezza, finché io mi avvicinai alla Luce del grande fuoco. Mi insegnò, il percorso per Amenti, il mondo sotterraneo dove il grande re siede sul suo trono di forza. Profondamente mi inchinai di fronte ai Dio della Vita e al Dio della Morte e ricevetti come dono la Chiave della Vita. Io ero libero dalle Sale di Amenti, non legato alla morte ma al cerchio della vita.

Lontano viaggiai fino alle stelle fino a che spazio e tempo si annullarono. Allora avendo bevuto nella profonda coppa della saggezza, guardai nei cuori degli uomini e là trovai i misteri più grandi. Perché solamente nella Ricerca della Verità la mia Anima avrebbe potuto essere placata e la fiamma estinta. Vissi attraverso le ere, guardando quelli che intorno a me assaggiavano la coppa della morte e ritornavano nella Luce della vita. Gradualmente dai Regni di Atlantide passarono onde di coscienza che erano state uno con me, solamente per essere sostituite dalla nascita di una stella più piccola. In obbedienza alla legge, la parola del Signore fiorì. Gradualmente discesero nell'oscurità i pensieri degli Atlantidei, fino a che finalmente nella collera sorse dal suo AGWANTI (questa parola non ha equivalenti; vuole dire uno stato di distacco), l'Abitante pronunciando la Parola, chiamando il potere.

Dal profondo cuore della Terra, i figli di Amenti sentirono, e sentendo, direzionarono il cambiamento del fiore di fuoco che brucia eternamente, cambiando e spostandosi, usando LA PAROLA, finché quel grande fuoco cambiò la sua direzione. Sul mondo poi irruppero le grandi acque, affogando e affondando, cambiando l'equilibrio della Terra fino a che solamente il Tempio della Luce rimase in piedi sinistro sulla grande montagna di UNDAL che ancora sorge fuori dall'acqua; c’era ancora qualcuno che stava vivendo lì, salvato dall’irrompere delle acque. Mi chiamò poi il Signore e disse: raduna insieme a te la mia gente. Sceglili a seconda delle arti che hanno imparato e portali lontano attraverso le acque, finché arriveranno alla terra dei barbari pelosi che abitano le caverne del deserto. Esegui là il piano che sai.

Radunai quindi le persone e le imbarcai nella grande nave del Signore. Ci innalzammo nel mattino. Scuro sotto di noi giaceva il Tempio. Improvvisamente su lui insorsero le acque. Svanì dalla Terra, quando giunse il tempo, era il grande Tempio. Noi fuggimmo veloci verso il sole del mattino, fino a che sotto di noi giungemmo alla terra dei figli di KHEM.

Andando su tutte le furie, loro vennero con clave e lance, alzate con la rabbia di chi cerca di uccidere e distruggere i Figli di Atlantide. Poi io mi alzai di persona e diressi un raggio di vibrazione colpendoli finché si dispersero come frammenti di pietra della montagna. Poi io parlai loro con parole pacate, parlandogli della forza di Atlantide, dicendo che noi eravamo i figli del Sole e i suoi messaggeri. Atterriti dalla mia esibizione di scienza magica giacquero proni ai miei piedi, fino a quando li rilasciai. Dimorammo a lungo nella terra di KHEM, molto e molto tempo ancora. Fino a che, rispettando i comandi del Signore, che mentre dorme ancora vive eternamente, inviai i Figli di Atlantide, li inviai in molte direzioni affinché dal grembo del tempo la saggezza sorga di nuovo nei loro figli. Dimorai per molto tempo nella terra di KHEM, facendo grandi opere di saggezza. I figli di KHEM crebbero verso la Luce della conoscenza, irrorati dalle piogge della mia saggezza. Quindi distrussi il sentiero per Amenti così che io possa trattenere i miei poteri e far vivere di età in età il Sole di Atlantide, tenendo la saggezza, preservando i ricordi.

Una piccola parte dei figli di KHEM, conquistarono le persone intorno a loro, crescendo lentamente accrescendo la forza dell'Anima. Ora per un certo periodo mi allontano da loro nelle sale scure di Amenti, profondamente nelle viscere della Terra, di fronte al Dio dei poteri ancora una volta faccia a faccia con l'Abitante. Sorsi alta sull'entrata, una via d'accesso, un ingresso che conduce in giù ad Amenti. Ci vorrebbe del coraggio per sfidarlo, il piccolo portale di passaggio allo scuro Amenti. Alto sul passaggio, io, una piramide possente che usa il potere che supera la forza della Terra (la gravità). In un luogo sempre più profondo io forzai l’ingresso alla camera; quindi aprii un passaggio circolare che arrivò pressoché alla sommità. Là nell'apice, io posi il cristallo, spedendo il raggio nello spazio-tempo, delineando il percorso della forza al di fuori dell'etere, concentrandola sull'ingresso ad Amenti. Costruii altre camere e lasciai che tutto sembrasse apparente, ancora celate fra loro sono le chiavi di Amenti. Colui che con coraggio oserà sfidare i reami scuri, che sia prima purificato da un lungo digiuno.

Che giaccia nel sarcofago di pietra nella mia camera. Poi io gli rivelerò i grandi misteri. Presto lui seguirà la via dove l'incontrerò, anche nell'oscurità della Terra, io Thoth, Signore di Saggezza l'incontrerò e lo sorreggerò e abiterò per sempre con lui.Io costruii la Grande Piramide, progettata secondo il modello di forza della Terra, che brucia eternamente così che, possa resistere attraverso i secoli. In essa, io ho riposto la mia conoscenza della scienza magica, così che possa essere qui quando di nuovo tornerò da Amenti. Sì mentre dormo nelle Sale di Amenti, la mia Anima che erra libera si potrà incarnare, abitando fra gli uomini in questa forma o in un altra (Hermes, tre volte-nato). Io sono l’Emissario sulla Terra dell'Abitante, adempiendo ai suoi comandi così che molti potrebbero essere sollevati. Ora ritorno alle sale di Amenti, lasciando dietro di me parte della mia saggezza. Preservando e portando il comando dell'Abitante: alza sempre i tuoi occhi verso la Luce. Nel tempo certamente, sarai uno col Maestro, certamente sarai uno con la giustizia del Maestro, certamente sarai uno col Tutto.

Ora, parto da te. Segui i miei comandamenti, tienili e conservali, e sarò con te, ti aiuterò e ti guiderò nella Luce.
Ora di fronte a me si apre il portale. Io scendo nell'oscurità della notte.

martedì 12 luglio 2011

Shambhala



Shambhala è un termine sanscrito che significa "luogo di pace tranquillità felicità". La tradizione Tibetana narra che questa terra nascosta situata sotto la catena montuosa dell'Himalaya non è raggiungibile se non da iniziati o individui dediti alla resurrezione spirituale dell'umanità. Il suo centro è la torre di Giada, nella città di Kalapa riscaldata da acqua calda proveniente da sorgenti sotterranei.
Il vapore generato formando vaste nubi, impedisce di scorgere la città stessa dall'alto. Numerose spedizioni in Himalaya hanno confermato di aver allestito campi nei pressi di sorgenti calde in cui si alimentava una ricca vegetazione in contrasto con le zone brulle e ghiacciate circostanti. Di questa terra mitica si parla anche nelle tradizioni russe, cinesi e indiane, che narrano di una dimora di uomini e donne perfetti che vivono in costante presenza di energie di un altro mondo.



In occidente viene citata nelle testimonianze che agli inizi del I secolo Apollonio di Tiana fornisce nel corso del suo viaggio in India, riportate nella sua biografia "Vita di Apollonio di Tiana" di Flavio Filostrato. In base al racconto Apollonio si intrattenne per diversi mesi in un paese himalayano dove venne in contatto con "uomini estremamente saggi che hanno il dono della preconoscenza".
Rimase colpito a tal punto dai traguardi scientifici e mentali dei suoi abitanti che si limitò ad annuire quando il loro re gli disse "Chiedici quel che vuoi, poiché ti trovi tra persone che sanno tutto".

domenica 26 giugno 2011

Monte Fuji

Noto anche come Fujiyama, è un vulcano alto 3776 metri ed è la montagna più alta del Giappone. Con la sua cima innevata per 10 mesi all'anno, è uno dei suoi simboli, e gli shintoisti lo considerano sacro al punto da ritenere doveroso almeno un pellegrinaggio sulle sue pendici nella vita.





« Fra le terre di Kai/ e quelle di Suruga lambita dalle onde/ sta la vetta del Fuji. Gli alti cirri/ osano appena avvicinarsi, e mai/ volano fin lassù gli uccelli. Il ghiaccio/ raggela irosi incendi e il fuoco/ distrugge la caduta neve. Vano è cercar parole, non v'è un nome/ degno di lui. Che sia/ un misterioso kami? »

(Mushimaro - VII secolo d.C.)

lunedì 30 maggio 2011

Voltaire



Chi dice il segreto degli altri è un traditore; chi dice il proprio è uno sciocco.

Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto.

L'illusione è il primo dei piaceri.

La parola è stata data all'uomo per nascondere il pensiero.

Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo

Se abbiamo bisogno di leggende, che queste leggende abbiano almeno l'emblema della verità! Mi piacciono le favole dei filosofi, rido di quelle dei bambini, odio quelle degli impostori.

L'uomo è nato per l'azione, come il fuoco tende verso l'alto e la pietra verso il basso. Non essere occupato e non esistere è per l'uomo la stessa cosa.

Quando la gente comincia a ragionare, tutto è perduto.

Sappiate che il segreto delle arti è quello di correggere la natura.

Quando la verità è evidente, è impossibile che sorgano partiti e fazioni. Mai s'è disputato se a mezzogiorno sia giorno o notte.

Quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è filosofia.

Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi.

Il più grande dei crimini, almeno il più distruttivo e di conseguenza il più contrario al fine della natura, è la guerra; ma non vi è alcun aggressore che non colori questo misfatto con il pretesto della giustizia.

Chiedete al rospo che cosa sia la bellezza e vi risponderà che è la femmina del rospo.

Il segreto per annoiare sta nel dire tutto.

Il sentimento di giustizia è così universalmente connaturato all'umanità da sembrare indipendente da ogni legge, partito o religione.

Un uomo è libero nel momento in cui desidera esserlo.

Non parlerei tanto di me se ci fosse qualcun altro che conoscessi egualmente bene.

L'amore è una tela fornita dalla Natura e abbellita dall'immaginazione.

Cycas revoluta



La Cycas revoluta, originaria del Giappone, ricorda la palma sia per il fusto, poco ramificato, che per la disposizione delle foglie, grandi e pennate poste a spirale alla sommità del fusto, come una corona. Il fusto raggiunge un diametro di circa 20 cm ed ha una crescita molto lenta: lungo pochi centimetri nelle piante giovani, negli esemplari molto anziani (oltre 50 anni) può raggiungere i 6-7 m di altezza.



Le foglie, di colore verde brillante e lunghe sino a 1,5 metri, sono pennate, leggermente arcuate, lucide ed appuntite. Le singole foglioline, rigide e sottili, sono lunghe 8-18 cm; quelle più vicine al fusto si modificano in forma di spine.



La particolarità di tutte le specie del genere Cycas è che sono specie dioiche vale a dire che esistono "piante maschili" e "piante femminili" vale a dire piante che portano solo fiori femminili e piante che portano solo fiori maschili.

Le Cycas sono piante molto antiche: fossili di Cycas si sono ritrovati nel Trias superiore (circa 250 milioni di anni fa). Nel Cretaceo (da 66 a 140 milioni di anni fa) ebbero un enorme sviluppo riducendosi gradatamente nel terziario.



Le Cycas che sono arrivate ai nostri giorni, possiamo a tutti gli effetti considerarle dei "fossili viventi" il cui studio ha permesso di poter capire fossili di altre piante oramai estinte, vissute nel passato. Personalmente ritengo che sia straordinario pensare come siano sopravvissute ai cataclismi geologici ma soprattutto che sopravvivano ancora, adattandosi, anche ai disastri provocati dall'uomo.

Sono molto longeve: nei giardini di Huntington a San Marino in California c'è una splendida Cycas quasi centenaria alta 5 m e con un diametro del tronco di 4 metri.

martedì 10 maggio 2011

Chögyam Trungpa Rinpoche



La spiritualità è quel particolare termine che indica il nostro approccio con l'intuizione. Nella tradizione teistica, è presente l'idea di rispettare determinate prescrizioni. Una certa azione è riprovevole secondo i principi divini, un'altra azione soddisfa invece i principi di Dio... e così via.

Nella tradizione non teistica, invece, è chiaro che la storia degli eventi non è così importante, ciò che è davvero importante è "qui" ed è "il presente". Il presente è davvero "presente". Cerchiamo di fare l'esperienza di ciò che è a nostra disposizione sul posto, in quel momento. Non ha senso pensare a ciò che esistito in passato e che avremmo potuto avere ora. Questo è il "presente". Questo preciso istante. Niente di mistico. Solo il "presente", molto semplice, diretto. E da questo attaccamento al presente, tuttavia, nasce una consapevolezza della propria intelligenza, sempre, in quanto interagisci con la realtà, istante dopo istante, nel luogo in cui ti trovi. Costantemente. Proviamo una meravigliosa sensazione di "perfezione". Sempre.

Tuttavia ci sentiamo minacciati dal Presente, quindi ci spostiamo nel passato o nel futuro, prestando attenzione alle cose materiali che fanno parte della nostra vita, la vita così ricca che conduciamo.

Facciamo molte scelte continuamente, ma nessuna di queste viene considerata giusta o sbagliata di per sè. Tutte le volte che facciamo l'esperienza di qualcosa, avviene senza condizionamenti. Niente ci arriva con un'etichetta con sopra scritto, "questo è considerato sbagliato", "questo è giusto".

Abbiamo l'esperienza di qualcosa, ma in verità non prestiamo la dovuta attenzione a ciò che ci succede.
Non consideriamo veramente che stiamo andando in una certa direzione.
Ci sembra una scocciatura.
Si attende di essere morti.
Questo è il problema. Non fare davvero affidamento al Presente. In ciò che sperimentiamo nella realtà presente, possiamo trovare cose formidabili. Così formidabili che non riusciamo ad affrontarle. Perciò, siamo costretti a prendere a prestito dal passato e ad invitare il futuro, di continuo. E forse è per questo che cerchiamo la religione.
Forse è per questo che protestiamo nelle strade.
Forse è per questo che ci lamentiamo della nostra società.
Forse è per questo che votiamo per i Presidenti.
Tutto questo appare ironico.
A dire il vero, molto bizzarro.

lunedì 9 maggio 2011

Invictus

William Ernest Henley (1849-1903)



Dal profondo della notte che mi avvolge,
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro,
ringrazio gli dei qualunque essi siano
per l'indomabile anima mia.

Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l'Orrore delle ombre,
eppure la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita,
io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.

sabato 7 maggio 2011

Aurora Boreale



L'aurora boreale o australe a seconda dell'emisfero in cui si verifica, è un fenomeno ottico dell'atmosfera caratterizzato principalmente da bande luminose di colore rosso-verde-azzurro, detti archi aurorali. Le aurore si manifestano con un'ampia gamma di forme e colori, rapidamente mutevoli nel tempo e nello spazio.



La maggior parte della luce visibile in un'aurora è di un giallo verdognolo, ma a volte i raggi possono diventare rossi in cima e lungo il bordo inferiore. In occasioni molto rare, la luce del sole può colpire la parte superiore dei raggi creando un debole colore blu. Ancora più raramente (una volta ogni 10 anni o più) l'aurora può essere rosso sangue da cima a fondo. Oltre a produrre luce, le particelle energetiche che formano l'aurora portano calore. Questo è dissipato come radiazione infrarossa o trasportato via dai forti venti dell'alta atmosfera.



In antichità i norreni credevano che fossero le valchirie con le loro splendenti armature mentre cavalcavano nel cielo a creare l'aurora boreale.

giovedì 5 maggio 2011

Monte Baekdu



Il Monte Baekdu, al confine tra Cina e Corea del Nord è un vulcano estinto di 2744 m.
E' la vetta più elevata della penisola coreana e la sua cima, innevata tutto l'anno, è coperta di pietra pomice di colore biancastro.



Su questa cima si trova un grande lago vulcanico chiamato Chonji (lago del cielo), circondato da nudi spuntoni di roccia. È uno dei laghi alpini più profondi e freddi del mondo (nonostante sia alimentato da due sorgenti termali). Questo monte ospita inoltre molte specie selvatiche, come tigri, orsi, lupi, cinghiali e diversi tipi di cervo.



Il Baekdu-san è un monte sacro per i coreani perché secondo la mitologia locale fu qui che il “figlio del signore del cielo” discese sulla terra dando inizio al primo regno coreano.
Molte tribù locali venerano questo luogo ritenendo che possieda poteri spirituali.

venerdì 29 aprile 2011

Leonardo Da Vinci




Siccome una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire

Il foco è da esser messo per consumatore d'ogni sofistico e scopritore e dimostratore di verità, perché lui è luce, scacciatore delle tenebre occultatrici d'ogni essenzia

Il moto è causa d'ogni vita

Chi poco pensa molto erra

La proporzione non solamente nelli numeri e misure fia ritrovata, ma etiam nelli suoni, pesi, tempi e siti, e 'n qualunque potenzia sia

Dov'entra la Ventura, la 'nvidia vi pone lo assedio e lo combatte, e dond'ella si parte vi lascia il dolore e il pentimento

Raro cade chi ben cammina



La natura è piena d'infinite ragioni, che non furon mai in isperienzia.

Quando avrai provato l'emozione del volo, una volta a Terra camminerai con lo sguardo rivolto verso il cielo perchè la sei stato e la agogni a ritornare

Gli occhi sono lo specchio dell'anima

Si vive perché di tratto in tratto si muore

La forza vive per violenza e more per libertà



Io t'ubbidisco, Signore, prima per l'amore che ragionevolmente portare ti debbo, secondaria ché tu sai abbreviare o prolungare le vite a li omini

Quelli che si innamorano di pratica sanza scienza, son come 'l nocchiere, ch'entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha la certezza di dove vada

Ogni impedimento è distrutto dal rigore

La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede





Niente puo essere amato o odiato se non e' prima conosciuto

Sicome il mangiare sanza voglia fia dannoso alla salute, così lo studio sanza desiderio guasta la memoria, e no' ritiene cosa ch'ella pigli

La scienza è il capitano e la pratica i suoi soldati

Chi è solo è tutto suo

Nessuno effetto è in natura sanza ragione; intendi la ragione e non ti bisogna sperienza

mercoledì 27 aprile 2011

Vilcabamba



Vilcabamba fu una città fondata da Manco Inca nel 1539 e fu l'ultimo rifugio dell'Impero Inca fino alla sua caduta per mano degli spagnoli nel 1572. La città venne data alle fiamme, la zona divenne un luogo arretrato del Perù e la sua posizione venne dimenticata.



Le rovine della città furono riscoperte da Hiram Bingham nel 1911 in una remota foresta chiamata Espíritu Pampa a circa 130 km a ovest di Cuzco, ma non ne riconobbe l'importanza, credendo che Machu Picchu, anch'essa da lui riscoperta, fosse la leggendaria Città Perduta degli Incas. Fu riconosciuta solo con l'esplorazione e le scoperte di Antonio Santander e di Gene Savoy negli anni sessanta.

Taj Mahal



In India,nella città di Agra, si trova il monumento che incarna proprio la bellezza dell’amore eterno: il Taj Mahal: un mausoleo fatto costruire nel 1632 dal sovrano moghul Shah Jahan in memoria dell’amata moglie Arjumand Banu Begum, un eloquente tributo dell’India alla donna;



" Non un pezzo di architettura come sono altri edifici, ma la passione orgogliosa di un imperatore trasformata in pietre viventi "

(Edwin Arnold)



" La vista di questo palazzo provoca tristi sospiri e fa versare lacrime dagli occhi del sole e della luna. Questo edificio è stato costruito per mostrare, attraverso di esso, la gloria del Creatore "

(Shah Jahan)

domenica 24 aprile 2011

Il potere dentro



L'essere umano è una parte dell'intero che noi chiamiamo "Universo", una parte limitata nel tempo e nello spazio.
Sente se stesso, i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualcosa di separato dal resto, una specie di illusione ottica della sua consapevolezza.
Questa illusione è una sorta di prigione per noi, che ci riduce ai desideri personali e all'affetto per alcune persone che ci sono più vicine.
Il nostro compito deve essere liberarci da quella prigione.

Albert Einstein

venerdì 22 aprile 2011

Gokyo Lake, Nepal


Paesaggi lunari nella zona del lago di Gokyo in Nepal.



L'altitudine media di questi luoghi supera i 4700 metri.

lunedì 11 aprile 2011

Porta di Ishtar



Babilonia era circondata da una doppia cinta di mura, interrotta dalla porta di Ishtar.
Voluta da Nabucodonosor intorno al 575 a.C. era l’entrata principale di Babilonia e collegava lungo la Strada delle Processioni, il Tempio di Marduk alla Casa delle Feste. La costruzione era interamente rivestita di mattonelle smaltate decorate da 575 figure di animali.

Oggi è parzialmente ricostruita presso il Museo di Berlino.

giovedì 7 aprile 2011

Aztechi



La popolazione degli Aztechi è quella degli ultimi e più noti dominatori dell’altopiano del Messico, prima della conquista spagnola del 1519-1521.

Le tribù azteche, costituite in origine da nomadi e da cacciatori, nel corso del XIII secolo si stabilirono, assieme ad altre tribù Nahua alle quali appartenevano, sull’altopiano messicano, trasferendosi dalla mitica regione di Aztlán (da cui il nome della popolazione), situabile nel Messico Nordoccidentale.

Le piramidi costruite dagli Aztechi su basi quadrate, rettangolari o rotonde, non sono un monumento in se stesse, come le piramidi egizie. La piramide azteca è il supporto del tempio destinato a essere posto sulla sommità, il più vicino possibile agli Dei. Queste piramidi, con numerose piattoforme, si innalzavano talvolta fino a più di trenta metri. Numerose scalinate servivano alla sovrapposizione delle piattoforme, ogni volta di superficie minore; sull'ultima veniva edificato il tempio. Nei giorni dei sacrifici, il corteo di coloro che venivano portati al supplizio saliva lentamente verso la sommità dell'edificio; lassù in alto, a metà strada tra terra e cielo, il sacerdote vestito di bianco strappava il cuore per elevarlo definitivamente con l'anima fino agli dei, mentre il corpo, rimbalzando sui gradini, ruzzolava fino a schiantarsi ai piedi della folla.

mercoledì 6 aprile 2011

Lago Vittoria




Il lago Vittoria, altrimenti conosciuto come "Victoria Nyanza" è uno dei "grandi laghi africani" ed è il lago d'acqua dolce più esteso del continente africano.



Si trova nella parte occidentale della Rift Valley ed è condiviso da 3 regioni: la Tanzania, che ne possiede la percentuale maggiore; l'Uganda ed ill Kenya, che ne possiede solo il 6%.
Da questo favoloso lago ha origine il Nilo Bianco, uno dei principali affluenti del Nilo che inizia il suo corso presso Jinja in Uganda, sulla sponda settentrionale del Vittoria.
Il lago è situato su un altopiano nella parte occidentale della Rift Valley e le sue acque fanno parte delle acque territoriali della Tanzania, dell'Uganda e del Kenia .

Dalai Lama


« Contrastate il male che vi viene fatto, ma non odiatene l' autore, non lasciatevi trascinare contro di lui, non cercate di vendicarvi. E' questa la vera pazienza. »
(Tenzin Gyatso, XIV Dalai Lama)

Il Dalai Lama, una delle più influenti e note cariche lamaistiche, è la massima autorità spirituale del Buddhismo tibetano, a capo della scuola Gelupa (dGe-lugs-pa), cioè dei Virtuosi, una delle scuole del Buddhismo. Dalla metà del 1600 fino al 1959 fu la più alta autorità temporale del Tibet.



Il Dalai Lama, il più famoso esempio di Tulku, era ed è attualmente venerato come manifestazione del Buddha della Compassione Chenresig. La reincarnazione è da sempre lo strumento della successione: quando un Dalai Lama muore, le sue funzioni vengono ereditate da un Reggente, che guida la ricerca della sua reincarnazione tramite le premonizioni, i responsi degli oracoli ed i segni divini. Il potenziale candidato viene sottoposto ad una serie di prove atte a ricordare la vita precedente. Se l' esito risulta positivo egli è riconosciuto come reincarnazione del suo predecessore, e durante la sua vita seguono prima la cerimonia d'intronizzazione quale Dalai Lama ed in seguito, raggiunta la maggiore età, la cerimonia di insediamento quale sovrano del Tibet.

Kanniyakumari


Kanniyakumari, città dell'India di 19.678 abitanti, situata nel distretto di Kanyakumari, nello stato federato del Tamil Nadu.

È un luogo importante: natura, mito, storia e spiritualità si fondono e ne fanno una famosa meta di pellegrinaggio e di turismo, soprattutto hindu.

Essendo collocata nel punto più estremo del subcontinente ha la speciale caratteristica di essere bagnata da tre mari: Mare Arabico, Oceano Indiano e Golfo del Bengala, che qui si incontrano.
Questa peculiarità è resa visibile dal diverso movimento delle correnti, specialmente guardando dalla spiaggia, adiacente al tempio "Kumari Amman", a cui la gente si reca per bagnarsi e purificarsi con queste acque ritenute sacre.



Altro fenomeno naturale quasi unico è il fatto di poter vedere il sole sorgere e tramontare sul mare. Ma lo spettacolo migliore si presenta il giorno di luna piena nel mese di Chittirai (Aprile-Maggio): il tramonto del sole coincide perfettamente con l'apparizione della luna piena sulla linea dell'orizzonte.

Babele



Genesi: 11,1-9.

« Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cociamoli al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra". Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: "Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro". Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra. »
(dalla Bibbia, libro della Genesi 11, 1-9

Camaleonte



Il camaleonte è un rettile conosciutissimo per la sua capacità di cambiare colore adattandosi a quello dell’ambiente circostante e anche in relazione al loro umore; anche se in realtà questa capacità non è certo illimitata poiché si riduce a pochi colori. Il fenomeno è detto “mimetismo” e le cellule che gli permettono di mutare colore sono i melanociti grazie a diverse sostanze cromatiche tra cui la melanina
Il camaleonte ha trovato e sta trovando sempre più il favore di molte persone che lo allevano come animale da compagnia, sia per la ridotta aggressività (questa viene manifestata con un “soffiare” molto rumoroso), sia per il suo aspetto curioso e simpatico.

l camaleonte nano di Smith (Bradypodion taeniabronchum), specie a rischio di estinzione, presente in Sudafrica, sembra "impegnarsi" di più nel suo proverbiale mimetismo quando ha a che fare con predatori dalla vista sviluppata. Per dimostrarlo Devi Stuart-Fox (Università di Melbourne, Australia) ha misurato con l'aiuto di uno spettrometro il colore di alcuni esemplari di Bradypodion e quello della vegetazione che li circondava. Poi ha presentato agli animali copie realistiche dei loro principali predatori - un volatile e un serpente - per poi sottoporli nuovamente a rilevazione cromatica. Risultato: agli occhi dell'uomo i camaleonti apparivano meglio mimetizzati quando avevano a che fare con l'uccello.